Saturday, 23 February 2008

Perché faccio ricerca

Sono ormai più di 15 anni che mi sono laureato, e di fatto sono circa 18 anni che "faccio ricerca" (ho cominciato nella mia tesi di laurea). Fare ricerca vuol dire studiare, ipotizzare, sperimentare, verificare, confrontare. Vuol dire cercare di capire il perché delle cose. Vuol dire cercare di costruire cose migliori di quelle che ci sono. Fare ricerca vuol dire tante cose, e non è facile spiegarlo, e comunque non è l'argomento di questo post.

Qui vorrei scrivere perché io faccio ricerca.

Per un po' di anni mi sono risposto dicendomi:
Perché mi piace. Mi piace scoprire cose nuove. Mi piace l'idea di "vedere più lontano", come i giocatori di scacchi. Mi piace "vedere cose che nessun uomo ha mai visto prima".
Ma questa è una visione un po' romantica e romanzata. In realtà alla fine fare ricerca spesso si riduce a passare molto tempo a capire cosa hanno fatto gli altri, per poter salire "sulle spalle dei giganti" e vedere lontano grazie a loro, e poi a passare molto altro tempo e a fare tanta fatica per vedere un pezzetto più in là.

Ma ultimamente mi sono dato un'altra risposta. Lo spunto mi è venuto dall'osservazione che ci sono alcune cose che mi danno fastidio al di fuori della scienza. Mi dà fastidio l'ipocrisia, la falsità. L'arroganza. L'ingiustizia. La disonestà. (ovviamente di tutte queste cose si fa indigestione non appena si segue un po' la politica italiana...) Mi piacciono la correttezza, la giustizia, la verità. E mi sono reso conto che la scienza è forse l'attività umana che porta più vicino alla verità, alla giustizia. Non la religioni, che privilegiano "il verbo", "la parola di Dio" alle osservazioni e alla verità (se io vedo una cosa e la Bibbia ne dice un'altra, vince la Bibbia, cfr. Galileo...). Non la giurisprudenza, la politica, l'economia, la filosofia, lo studio dell'etica, che sono troppo "umane" - e quindi troppo influenzabili e influenzate.

Ma la scienza, che nonostante alcuni limiti, segue regole precise, persegue obiettivi precisi. Con la scienza si sa come si devono dimostrare le cose. Si sa che alcune cose sono, almeno per ora, non dimostrabili. Si sa che l'obiettivo è capire com'è fatto il mondo "là fuori".

Certo, poi la scienza è fatta dagli scienziati, e gli scienziati sono umani, quindi... però c'è una comunità che segue un insieme di regole precise (il metodo Galileiano, il peer review, ...), che dà valore allo scetticismo, allo spirito critico. Se una cosa è palesemente falsa, lo scienziato che se ne accorge lo dice.

Sì, il mio lavoro (fare scienza) mi piace anche perché è Giusto.

S.

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